sabato 19 settembre 2015

La Cgil: "Le donne lavorano meno e in condizioni peggiori"


Da: Il Tirreno (17/09/2015)


 PRATO.
Le donne lavorano meno e in condizioni peggiori. Lo sostiene il Coordinamento donne della Cgil sulla base di alcuni dati sull'occupazione (presi dal centro di formazione Fil) e sugli infortuni (presi dalle statistiche dell'Inail).
"Analizzando due report sul primo semestre del 2015, uno della Fil di Prato sul mercato del lavoro, l’altro  dell’Inail per quanto riguarda gli infortuni - scrivono le donne della Cgil - ci sono due dati che riguardano la forza lavoro femminile preoccupanti per lo scenario pratese. Gli infortuni, su Prato e Provincia registrano un aumento di oltre il 6% e guardando il dato in assoluto, si può vedere che le donne passano da 582 denunce di infortuni del 2014 a 619, con aumento del 6,35% nel 2015.  Il dato assoluto per gli uomini è di 1.016 nel 2014 e 1.095 nel 2015, con un aumento del 7,7%.
Il dato degli infortuni femminili è ancora più sconfortante se messo a confronto col dato occupazionale: il saldo per genere fra avviamenti e cessazioni del 2015 nel pratese è per le donne negativo. Infatti nel primo semestre del 2014 la differenza fra avviamenti (10.381) e cessazioni (10.110) era positivo (271), la tendenza si ribalta nel primo semestre del 2015:  -79 (11.325 avviamenti e 11.404 cessazioni). Questo nonostante gli incentivi alle assunzioni del Jobs act. Sicuramente varrà la pena aspettare il dato annuale, per fare riflessioni più approfondite, ma ci preme già evidenziare le tendenze diverse di genere per intervenire: le donne lavorano meno e in condizioni peggiori".

Volendo guardare il lato positivo di questi numeri, si può dire che storicamente, a Prato ma non solo, il numero degli infortuni sul lavoro è sempre stato proporzionale al livello di impiego della forza lavoro. Negli anni più neri della crisi del tessile, infatti, il numero degli infortuni era crollato, non solo per il maggiore rispetto delle norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, ma semplicemente perché si lavorava meno e dunque ci si faceva meno male.
Il fatto che gli infortuni siano in aumento, dunque, oltre a far riflettere sul rispetto di quelle norme di sicurezza, potrebbe anche significare che è in atto una ripresa dell'attività produttiva.