Di: Massimiliano Brezzo
gio 06 feb, 2014
Esprimiamo il massimo del nostro apprezzamento per il lavoro
svolto dalle autorità preposte negli ultimi due giorni (controlli e sequestro
pezze).
Finalmente le cose cominciano a muoversi.
E, come volevasi dimostrare, è bastata la volontà politica
di effettuare i controlli in modo efficace nel “sistema illegale” di produzione
dell’abbigliamento per ottenere i primi risultati.
Per ora non sono che punture di spillo: (se sono affidabili
i dati che girano, con una capacità produttiva di un milione di capi al giorno,
19.000 pezze sono trasformate in capi finiti nel giro di uno o due giorni) ma
cominciano a essere un vero deterrente per chi dal sistema tira fuori ricchezze
enormi.
Abbiamo sempre detto che se si voleva combattere il sistema
bisognava contrastare il flusso produttivo e non le persone che vi lavorano in
condizioni disumane.
Basta affrontare il problema al di fuori delle ideologie per
capire che è semplicemente più efficace. In due giorni è stato fatto più che in
dieci anni!
E con un metodo molto semplice: sono state controllate le
merci in entrata (19000 pezze sequestrate oggi), quelle in uscita (900
pantaloni in un solo furgone ieri) ed è stata applicata per la prima volta sul
territorio una legge che prevede la responsabilità solidale del committente,
normativa sempre ignorata dall’Inps di Prato e che il primo ispettore esterno
arrivato ha applicato al primo controllo fatto.
Per inciso la Filctem Cgil pratese, pone il problema da sempre,
e ha avviato anche una causa pilota per ottenere una sentenza del tribunale che
sancisca questo diritto dei lavoratori (che garantirebbe la concorrenza leale
anche nel distretto Italiano) ma, con i tempi della magistratura ordinaria,
siamo in causa da quattro anni!
Se l’Inps si muove così, l’effetto deterrente parte
immediatamente!
Se la finanza controlla le merci in entrata il flusso
rallenta, se si controllano i furgoni che portano via i capi finiti qualche
acquirente italiano o straniero ci pensa due volte prima di partire per venire
a caricare a Prato abusivamente.
Come si vede il numero dei controlli non è il metro per
stabilirne l’efficacia.
Se possiamo dare un suggerimento (lo stesso che diamo da
sette-otto anni….) ci sono fasi della filiera che sono indispensabili al flusso
produttivo e che sono sempre state ignorate: le tintorie e le stamperie.
Lì, probabilmente non ci saranno abusi edilizi ma è
possibile che i prodotti usati e gli scarichi non siano proprio “cristallini”……..
e il massimo del lavoro irregolare si concentra nelle ore notturne, e nel fine
settimana.
Massimiliano Brezzo
Segretario Generale Filctem Cgil Prato
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