venerdì 12 ottobre 2018

Brezzo confermato alla guida della Filctem di Prato che seguirà con Pistoia




Andiamo a Roma. Andiamoci tutti insieme. Industriali, artigiani e sindacato: i rappresentanti delle associazioni che hanno firmato il protocollo per la legalità con le istituzioni locali. E chiediamo che si faccia tutto il possibile perché a Prato si smetta di sfruttare le persone in maniera organizzata. 
E’ la proposta di Massimiliano Brezzo, confermato nel congresso di ieri in una delle sale dell’Art hotel, alla guida della Filctem di Prato dopo l’elezione, avvenuta due giorni fa, anche a Pistoia con l’obiettivo di siglare ufficialmente l’accorpamento funzionale tra le due realtà sindacali territoriali.
“E allora – ha evidenziato Brezzo nella relazione - noi chiediamo alla politica di “fare un pulmino”, sul quale salgano i firmatari del Protocollo e le istituzioni locali. E partiamo insieme per Roma: facciamolo in forza delle intese sottoscritte perché a Prato la nostra parte l’abbiamo fatta. Chiediamo di diventare un territorio di sperimentazione per il contrasto allo sfruttamento e all’illegalità. Cambiando le procedure e gli obiettivi degli uffici, che oggi non sono efficaci. Andiamo a vedere se c’è o no la volontà politica di farlo”.
Una proposta arrivata dopo un video in cui la Filctem – che ha aperto il congresso ricordando Giuseppe Gregori - ha ripercorso il cammino degli ultimi anni nella lotta all’illegalità in un’analisi costante di quanto stava accadendo a Prato, dal rogo del Teresa moda in poi: la costituzione di parte civile al processo, la responsabilità solidale, la denuncia dello sfruttamento in base all’etnia, la firma del protocollo e il percorso che ha portato alla firma di un secondo protocollo sui controlli con la prefettura e il lavoro costante con le categorie economiche.
“E’ ormai palese – ha aggiunto Brezzo - che a Prato non servono più controlli, servono controlli diversi. E parliamo specificamente di quelli di Inps, Inail e Direzione territoriale del lavoro. Del loro compito di verificare i casi di sfruttamento lavorativo che, essendo reato penale, devono essere denunciati all’autorità giudiziaria. Del loro compito di verificare e calcolare la mancata contribuzione e, oltre ad accreditarla al lavoratore, di richiederla all’azienda inadempiente e, in solido, alla sua committenza. Come dicono la legge sulla responsabilità solidale e le stessa circolari Inps”.
L’obiettivo del resto, ha evidenziato Brezzo, è quello di salvare Prato. L’ha detto riferendo un aneddoto, un colloquio con un delegato nazionale di Confartigianato Moda che parlando della città aveva commentato che “se in Italia si applicassero le leggi Prato non esisterebbe”. “Prato esisterebbe eccome – ha ribadito il neo eletto segretario della Filctem di Prato e Pistoia al suo interlocutore del Veneto e poi al congresso – ma non esisterebbe tutta l’illegalità che la sta soffocando”.
Un dibattito, quello pratese, a cui non è estraneo il mondo del lavoro di altri territori anche se con dinamiche e cornici diverse. Ecco perchè “il protocollo firmato a Prato – ha reso noto Sonia Paoloni, segretaria nazionale Filctem intervenuta al congresso – sarà esportato in tutto il Paese perché unico in Italia sia per contenuti sia per applicabilità delle proposte”.
Illegalità ma anche tentativo di immaginare il futuro del distretto di Prato attraverso un’integrazione del tessile con l’area moda toscana che si sta arricchendo della presenza delle grandi firme e con i settori, vicini, di pelletteria e calzature che stanno vivendo un vero e proprio Rinascimento. Ma anche lanciando uno sguardo, e avviare processi di collaborazione, con il segmento del pronto moda che lavora a un livello qualitativo più alto e che può fare da ponte per creare un polo del made in Italy integrato e capace di colloquiare con i grandi brand mondiali.

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